Morire non è niente

Pubblicato: febbraio 19, 2016 in Uncategorized

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Questo libro mi è stato regalato dalla mia vicina, l’autrice Elisabetta Baldisserotto. E’ un romanzo che parla della vita del mio feudo, sia delle persone che dei luoghi, in un modo talmente piacevole che sembra di chiacchierare con lei. Elisabetta ci racconta del commissario di polizia Jacopo Zambon, alle prese con l’omicidio di un amico – Alvise “el beo” – e l’abbandono della moglie. L’intrigo, che include misteriosi documenti immobiliari, porta il commissario a conoscere gli aspetti più segreti dell’amico ucciso. L’indagine è però anche un percorso di maturazione del personaggio principale, che risolverà i suoi problemi incontrando una persona.

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Tutto si svolge tra le calli di una Venezia ancora incontaminata e le tante espressioni dialettali contribuiscono a descrivere un ambiente che ricorda la mia salizada e i suoi abitanti:

“Scorse invece il gatto soriano, che ogni tanto veniva a trovarlo passando attraverso i tetti, che lo guardava dietro i vetri in paziente attesa. Jacopo prese la bottiglia di latte dal frigo, ne versò un po’ in una ciotola e aprì la finestra. Il vecchio pirata, come l’aveva soprannominato a causa dell’occhio guercio, balzò dentro tenendo la coda alta e andò a lappare con voracità la sua colazione. Jacopo prese a parlargli in tono cameratesco: “Seco candio te xe, vecio mio, i vicini non ti danno da mangiare, eh?”, mentre attingeva dalla scorta di croccantini per riempire di nuovo la ciotola. Il vecchio pirata si strusciò contro le sue caviglie facendo le fusa”.

Come non pensare al mio gatto Biagio?

Biagio 2014

L’autrice rende esattamente la vita giornaliera di questo angolo di Venezia che è rimasto antico; per fortuna noi qui amiamo i fiori e anche grazie all’aiuto e alla simpatia dei miei il mio giardino esterno, che ho creato, è bellissimo. Come me, anche Elisabetta ama la nostra città. Questo profondo affetto rivive e si riversa nelle pagine del libro:

“Venezia lo tratteneva, lo avviluppava, non avrebbe potuto vivere in nessun altro posto. Venezia, sebbene si prostituisse al turismo di massa fino a perdere la connotazione di città, sebbene fosse un covo di pirati che accumulano oro depredando i foresti, restava per lui un luogo dell’anima”.

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Elisabetta Baldisserotto è psicologa analista junghiana, vive e lavora a Venezia. I suoi articoli e racconti sono presenti in riviste e antologie. Morire non è niente è il suo primo romanzo.

Le fotografie di questo articolo sono state scattate da Cesare Gerolimeto.

 

Elisabetta Baldisserotto

Morire non è niente

Cooperativa Libraria Editrice Università di Padova, 2015

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