Leggendo “La Stampa” dello scorso 20 marzo mi sono ricordata del primo incontro con Paolo Pejrone, quando ho portato i miei amici giardinieri veneziani a trovare Ursula Salghetti Drioli Piacenza nel suo giardino a Ventimiglia, dove lo stesso Pejrone aveva lavorato. Ne “La Stampa”, Pejrone scrive la recensione di un libro che mi è subito venuto voglia di possedere: si tratta di Il Giardino di Virginia Woolf, scritto da Caroline Zoob ed edito da L’Ippocampo.
Scrive Pejrone:
“… è davvero un libro che merita di essere letto. Tutto d’un fiato. E non solo per il giardino che descrive, quello di Monk’s House, l’amatissimo giardino di Virginia e soprattutto di Leonard Wolf, nel Sussex, certamente uno dei luoghi più intimamente legati alla loro vita e alle loro opere e su cui finora era stato scritto inspiegabilmente pochissimo. E’ un libro che colpisce non solo per ciò che racconta ma anche per come sa farlo, è un esempio di come un buon libro sui giardini potrebbe (e dovrebbe) essere scritto”.
Le parole di Pejrone mi hanno fatto rivivere l’emozione di quando ci sono andata con un’amica inglese; come in un sogno, si è realizzata la vista del giardino che si era illanguidita nel tempo.
Mi meraviglio che questo libro non sia stato pubblicato prima, per me il giardino di Virginia Woolf è la chiave di ingresso tutti i giardini!
La prefazione del volume de L’Ippocampo ospita i ricordi di Cecil Woolf, figlio di uno dei fratelli di Leonard, che ebbe molte occasioni di trascorrere nel giardino periodi di vacanza:
“Leonard e Virginia non avevano figli; i loro figli erano i libri e quel giardino (…) Dal terreno incolto dietro la casa comprata una ventina di anni prima i Woolf avevano creato un mosaico spettacolare di fiori coloratissimi: cinerarie variopinte, enormi gigli bianchi e arancioni fiammanti, dalie, garofani e un esplosione di Kniphofia che si mescolavano agli ortaggi, ai cespugli di uva spina, ai peri, ai meli, ai fichi. Nel prato erano sparse alcune vasche con i pesci rossi. Oltre al giardino e al frutteto c’erano le arnie e le serre in cui Leonard teneva un’ampia collezione di cactus e piante grasse”.
La documentazione del libro è davvero interessante: le fotografie dei luoghi come sono oggi si affiancano a foto d’epoca che ritraggono i vecchi proprietari nel loro spazio verde;
disegni e bozzetti illustrano le diverse aree, le piantumazioni.
Vi si trovano anche molte belle citazioni:
“In certi momenti questo posto è di un bello divino: caldo, uccelli, narcisi, cielo azzurro” (Virginia Woolf)
Questo libro ci presenta l’immagine ideale del giardino e come dovrebbero essere tutti i nostri spazi verdi, che spesso perdono pezzi da tutte le parti!
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Il Giardino di Virginia Woolf
Caroline Zoob
Edizioni L’Ippocampo,
Milano 2014