I miei restauri

Esperta restauratrice e progettista di giardini, Tudy Sammartini è da anni membro dell’Association Française de l’Art Topiaire et Buis e per la stessa organizzazione scrive articoli di botanica e giardinaggio. Ha insegnato Landscape Art per l’Architectural Association di Londra ed è stata docente durante i masters a Venezia della New York University. E’ stata consulente del paesaggio per Marche Segrete e Piceno da scoprire.

Tra i giardini che ha realizzato:

                                                                                                                                                                                                   

Giardino della Fabbrica Fortuny, Giudecca, Venezia; in collaborazione con l’architetto Ilaria Forti. (Restauri in corso)

Giardino della casa di Tiziano Vecellio, Cannaregio, Venezia (2011).

Giardino in Fondamenta Rossa, Dorsoduro, Venezia (2009).

 

giard_cz Giardino di Palazzo Zenobio, Dorsoduro, Venezia (2004 -2005)

Il giardino di Ca’ Zenobio sul rio di San Sebastiano è un luogo magico in quanto inserito fra due strutture eccezionali per Venezia. Il palazzo, forse unico esempio di architettura alla romana opera di Pietro Gaspari, allievo di Borromini, si apre verso il giardino disegnato all’inizio del ‘700 come un parterre di bosso e ciottoli colorati. Il meraviglioso pavimento all’esterno termina nella biblioteca del Temanza (1761) architettura palladiana eseguita col compasso, edificio che ha ispirato l’architettura palladiana nel mondo.
Mi sono occupata del restauro del giardino tra il 2004-05 creando una serie di archi a rose bianche profumate, rampicanti e rifiorenti. Ho ripulito i prati formando una bordura di rose antiche di vari colori lungo i vialetti. Se ne occupa Coco e devo dire che il tutto ha cambiato faccia.

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Giardino Seghetti Panichi a Castel di Lama (1994).

Una quindicina di anni fa sono andata a trovare l’amica Giulia Pignatelli in quel di Castel di Lama non lontano da Ascoli Piceno. Una enorme casa, quasi una fortezza, con una deliziosa cappella tardo gotica che anticamente formavano un convento di suore arroccato su d’un cucuzzolo con una superba vista sul Tanaro.
Il giardino era tutto inselvatichito ma vi troneggiavano a mezzogiorno, lungo il viale, gigantesche Chamerops excelsa e dietro la casa faggi centenari.
Ho passato alcuni inverni a Bordighera per preparare un libro sui giardini della Riviera di Ponente, studiando i giardini di Winter e in particolare il giardino Hamburiy alla Mortola; l’insieme del giardino di Castel di Lama anche se trasandato, aveva un aspetto familiare e la sua datazione (1895) corrispondeva a quella dei giardini che stavo studiando così come le palme che erano le stesse usate da Winter.
Alzatami all’alba per non morire di caldo e con un pik dal manico fasciato per non massacrarmi le mani, ho cominciato a scavare ai lati del violone d’ingresso e come pensavo sono apparse le tipiche canalette in mattoni ritti . Seguendo le loro tracce ho riscoperto i vari vialetti che erano diventati prato, le tipiche scalette, una fontana d’acqua e tutto il consueto apparato. Ho coperto i tronchi delle palme segnati dal tempo con profumati gelsomini bianchi e rose antiche, ho eliminato una riga di tigli sul fianco della casa sostituendoli con le palme nate spontanee e ricostruito le varie aiuole sempre eliminando quanto dava fastidio.
Mi sono presa due libertà: ho creato una fila di archi in ferro rivestiti di rose rifiorenti perenni per dividere la parte a bosco dal giardino e ho circondato la vasca con azzurri agapantus. Ho creato nella parte soleggiata aiuole a terrazza per le erbe odorose per la cucina e agrumi, zagare e alberi da frutto selvatici. In cinque anni il giardino è diventato una meraviglia.

Giardino Foscarini, Dorsoduro, Veneziagf

Un altro spazio affascinante è il giardino Foscarini di cui il proprietario mi ha pregato di occuparmi.
Si tratta di un’enorme spazio su cui si affaccia il lato principale del vicino palazzo Vendramin.
Il prato è incorniciato da una corona di cipressi da cui occhieggia una strana Venere liberty.
Verso la Calle, melograni, un buffo Apollo immerso nei papiri, cachi, peri e cipressi nonché una fitta siepe di carpine a cui ho cercato di dare un movimento ricurvo.
Ho ripulito il prato dalle erbacce seminandovi una miriade di fiorellini che lo riempiono di colore in primavera per scomparire al primo taglio e riapparire alla primavera successiva. Ho installato su di un muro divisorio ricurvo una serie di vasi da cui i solanum si affacciano sul verde sottostante. Ravvivano lo spazio due bellissimi cani

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